Tra le tante mostre messe a disposizione grazie alla quarantena c’è quella di Degas alla National Gallery di Washington, aperta il primo Marzo, in occasione dei 350 anni dell’opera di Parigi, terminerà il prossimo 5 luglio.
“Degas at Opéra” presenterà circa 100 delle opere più conosciute e amate dell’artista in una serie di media, tra cui dipinti, pastelli, disegni, stampe e sculture. Sarà accompagnato da un catalogo della mostra completamente illustrato.E’ una mostra incentrata proprio sulla passione autentica e viscerale che Degas aveva per la musica, una passione che gli deriva dall’ambito familiare, sempre molto ricettivo. Il padre, Auguste De Gas, per diverso tempo ospitava, una volta alla settimana, musicisti professionisti e dilettanti. Tra i compositori preferiti del pittore troviamo nomi come quelli di Mozart, di Bach e, il suo preferito in assoluto: Christoph Willibald Gluck. Questa passione è sempre stata molto forte tanto che molti dei suoi quadri erano su cantanti, ballerine, teatri di musica ecc.
La musica sembra uscire dalle sue opere, un miscuglio di stili, influenzati chiaramente dal movimenti impressionista, da cui ha attinto parecchio pur non facendone proprio parte.
La prima opera che ci accoglie è The Curtain, il cui titolo, Il Sipario, rappresenta al meglio ciò che il pittore francese vuole mostrarci.
E’ infatti uno scorcio di un palcoscenico, con il sipario quasi completamente abbassato.
Un gentiluomo di spalle, in primo piano e altri semi nascosti, osservano le ballerine e i ballerini semi celati dal telo che sembrerebbero in attesa di esibirsi.
Anche da qui possiamo sentire la passione di Degas per questo così affascinante. Anche da qui possiamo vedere e percepire la musica, quasi in attesa di sprigionarsi ovunque e di dare vita ai ballerini, pronti a volare.
Altra opera che colpisce lo spettatore è Portrait of Eugénie Fiocre a propos of the Ballet “La Source”, ritratto della giovane ballerina, ammirata più per la sua bellezza che per il suo talento, soffrì molto per questo e tale malinconia emerge anche dalla pittura di Degas, che la ritrae in pausa mentre osserva sperduta il vuoto, sopra uno specchio d’acqua.
Estremamente potente e affascinante è “Madame Camus”, un’opera in cui il rosso la fa da padrone, un rosso in cui emerge di nuovo la malinconia e nel contempo la passione.
Blanche Camus era una pianista dilettante di grande talento, divenne amica di Degas tramite la sorella di lui Theresa.
Ospitava spesso serate musicali nel suo appartamento insieme al marito, Gustave Émile Camus, dottore e grande collezionista di porcellane giapponesi.
Degas la dipinse spesso sia come interprete che come amante della musica. Qui la vediamo totalmente avvolta in una luce rossa, sia per l’abito, molto elegante, con tanto di ventaglio giapponese, sia per la luce. La donna è chiaramente intenta ad ascoltare qualcuno che si esibisce e sembra persa totalmente.
La passione di Degas per la musica si traslava anche nelle opere teatrali e nel balletto, riuscendo a ritrarre anche Jules Perrot, un celebre ballerino e coreografo tra gli anni 30 e 50 dell’1800 – il periodo d’oro del ballo parigino – mentre tiene lezione in mezzo a delle giovani future stelle della danza. Il ritratto è così vivido che sembra di essere realmente lì con loro. I colori, l’assoluta concentrazione delle ballerine, il vecchio maestro che le guarda e contempla chi sarà destinata a emergere tra tutte loro.
Presenti nella galleria anche degli studi, non solo opere finite, come quello su Ludovic Halévy, scrittore, librettista e narratore, amico d’infanzia del pittore, è stato colui il quale lo ha introdotto all’Opera. Era cugino di George Bizet, il grande compositore, con cui ha collaborato per la creazione del testo per la celeberrima Carmen.
Lasciatevi trasportare, per un secondo, indietro nel tempo attraverso i dipinti e gli studi di questo grande artista. Lasciatevi sedurre dal suo amore per la danza e la musica.
Potere visionare l’intera mostra qui: Degas at Opéra,
Qui Exibitions
Qui l’Audio Guida
https://www.youtube.com/watch?v=kNcBdMRneSE&feature=youtu.be
Articolo redatto da Simona Ingrassia e Silvia Azzaroli